Chi, come Serafini, si occupa di consulenze aziendali, di acquisizioni e fusioni, di internazionalizzazione ha le competenze e le conoscenze necessarie per rilevare la percezione che all’estero hanno dell’Italia, dal punto di vista imprenditoriale, economico e industriale.
Serafini nella sua disamina parte da un dato certo: l’Italia, oggi, è diventata un obiettivo, quasi una “terra di conquista”, sia a livello industriale che imprenditoriale.
L’Italia è una terra ricca di eccellenze e di realtà imprenditoriali, produttive e artigianali di rilevanza internazionale.
Senza fare l’elenco dei distretti produttivi e dei prodotti d’eccellenza, si può affermare che l’Italia possiede un know how importante in diversi settore, che la rende assolutamente attrattiva a livello imprenditoriale.
È proprio per questo motivo che le società di consulenza aziendale, in questo caso lo Studio Serafini, ricevono dalle imprese estere richieste di acquisizioni di imprese italiane.
Secondo Serafini, il concetto imprenditoriale, esclusivamente italiano, del “piccolo è bello, se cresce” risulta, in questo mercato globale, totalmente anacronistico; basti pensare, a tal proposito, che le imprese italiane si devono quotidianamente scontrare con imprese decisamente più grandi e strutturate.
Nel mercato globale la mera vendita del prodotto, nella maggior parte dei settori, risulta obsoleta e anacronistica. Il mercato estero non è più, soltanto, alla ricerca del prodotto italiano, a meno che il prodotto in questione non sia un’eccellenza. Oggi è il know how ad essere richiesto e venduto all’estero. Vendere il prodotto, trasportarlo all’estero, anche dal punto di vista puramente economico e di costo, diventa insostenibile e privo di una reale finalità commerciale e imprenditoriale.
Quando però si parla di Made in Italy la situazione è completamente diversa. In questo caso la produzione deve avvenire necessariamente in Italia per non perdere la territorialità, che rappresenta il valore aggiunto, e tutte quelle caratteristiche intrinseche che fanno di un prodotto un’eccellenza italiana.
Tirando un po’ le fila del discorso, si può sostenere che il valore aggiunto dell’Italia è la competenza, il saper fare e l’artigianalità, ed è proprio questo know how che viene richiesto all’estero.